Amicizia tra bambini e in adolescenza, amico del cuore e psicologia. D.ssa Medri, psicologa infantile Milano
I bambini crescendo passano attraverso molte tappe evolutive di notevole importanza. Dapprima, tramite il super-io genitoriale, nei bambini si consolida l’esperienza interna dei genitori, ma poi subentrano le amicizie.
L’organizzazione di un adolescente è infatti un equilibrio tra il super-io genitoriale e ideali e aspirazioni che si formano nelle esperienze con gli amici durante la crescita. È nel rapporto con i coetanei che ci si fa un’idea di come diventare uomini e donne, s’impara come amare, come lottare, si pensa a quale sia il lavoro adatto per noi e si formano anche degli ideali.
I ragazzi d’oggi s’identificano notevolmente con la loro generazione e assimilano gli ideali e i valori del loro tempo, che poi utilizzano nel rapporto con i coetanei e che spesso sono in contrasto con quelli trasmessi dai genitori, portando ai comunissimi, ma utili e quasi fisiologici, litigi.
IL BAMBINO COME SOGGETTO SOCIALE
Fin dall’inizio i genitori favoriscono l’incontro con altri coetanei mandando i figli all’asilo nido, o nel pomeriggio all’oratorio, o a fare sport… Tutte queste sono occasioni di incontro con altri coetanei.
Fin da quando sono molto piccoli quindi, i genitori pensano ai figli come capaci, geneticamente predisposti a costure legami di amicizia, da cui possono anche ricavare un nutrimento psicologico importante. È la soddisfazione di bisogni profondi, una risorsa che facilita la crescita del bambino, ed è importante che i genitori lo riconoscano come un soggetto sociale, capace di amare e farsi amare.
Il loro compito è di consegnare alla società un “prodotto sociale” e con un notevole anticipo rispetto a quanto accadeva fino a poco tempo fa. Dal momento però che è alla fine dell’adolescenza che di solito si compie la scelta definitiva dei propri valori e ideali, con quindi un restringimento delle infinite possibili espressioni del sé, l’influenza degli amici è notevole.
L’AMICO DEL CUORE
E’ tramite la relazione con un amico in particolare, “l’amico del cuore”, che si dà vita a una mente di coppia, che pensa diversamente dal bimbo da solo. E’ con questo amico speciale che comincia la condivisione dei segreti, l’intimità e il viaggio verso il futuro.
Inizialmente gli amici dei figli vengono portati all’interno dello spazio domestico e l’amico del cuore viene visto come un personaggio utile, positivo, anche nelle situazioni critiche. Prefigura la coppia amorosa e anche se è ben accolto, per i genitori è sorprendente che il figlio stabilisca una relazione così intima.
A volte è quindi difficile gestire le grandi pressioni che gli amici dei figli possono creare, perché possono essere visti come avversari e suscitare anche sentimenti di gelosia o vissuti di esclusione.
Non dobbiamo per questo cercare di essere noi il migliore amico di un figlio perché spesso può solo finire per renderci più permissivi, spingendoci verso scelte dettate dalla disperazione, cioè dal timore di perdere l’approvazione.
I GRUPPI
Dai genitori però è molto più temuto il gruppo che la coppia, per i suoi riti e le sue pratiche. Il genitore è consapevole di che cosa voglia dire essere in un gruppo, perché è una situazione che ha vissuto anche lui. Il gruppo infatti è un potente attivatore delle nostalgie genitoriali e suscita sentimenti di esclusione e di invidia.
Un grave errore che a volte si tende a fare da genitori riguarda il tentativo di entrare nel gruppo, di essere partecipi, ma il gruppo di amici è un nuovo nucleo, alternativo a quello familiare. I genitori non devono mettersi al livello dei coetanei e soprattutto devono lasciare sperimentare al figlio tramite il gruppo una sorta di nuova famiglia sociale, dove loro non sono presenti.
All’interno di un gruppo si sperimentano nuovi aspetti di sé e si mettono alla prova le proprie competenze affettive e relazionali, fondamentali per la scoperta del vero Sé e per l’assunzione di una condizione di soggetto autonomo e responsabile. In questo senso, il gruppo svolge una funzione di sostegno evolutivo decisiva ma non ha un mandato educativo.
E’ giusto quindi che un bambino o un adolescente viva una situazione come quella di gruppo, anche perché la sensazione di appartenenza a un gruppo crea un buon senso di sicurezza e fa abbassare gli stati di ansia.
GLI AMCI VIRTUALI
In un momento come quello attuale, parlando di amicizia, non si può non pensare agli amici virtuali. Molti ragazzi hanno una vita gruppale virtuale molto ricca, a cui dedicano molto tempo ed energie.
Tolto di mezzo il corpo, la relazione d’amicizia raggiunge alti livelli d’intimità, di fusione, perché non c’è questa differenziazione fisica. Agli amici virtuali si racconta tutto, ogni verità, fino a inventare delle storie pur di condividere qualcosa. Con gli amici virtuali si può comunicare in ogni momento, con un’accessibilità immediata, sia diurna sia notturna.
Ci sono forme estreme di tutto questo, fino a ragazzi che rinunciano del tutto al piano della realtà e hanno conflitti elevatissimi con i genitori per questi amici virtuali, dal momento che questi non possono essere controllati. Senza dubbio la relazione senza corpo è ambigua e può essere rischioso se ci sono incontri al buio, però non è il caso di demonizzarla perché non sempre dall’altra parte c’è chissà chi.
Potrebbe infatti anche essere una bella persona con cui instaurare un buon rapporto. Il punto è sempre lo stesso: ci deve essere un equilibrio tra realtà e mondo virtuale, pure per gli amici.
Insomma l’importanza degli amici è notevole, anche per i bambini, e i genitori devono incoraggiarli e interferire fino a un certo punto, per esempio invitandoli a casa, ma poi lasciandoli soli a giocare e lasciando loro la libertà di scegliere di chi essere amico.
E’ un equilibrio molto delicato e a volte difficile da tenere, ma che cosa c’è di più bello delle risate dei bimbi che si divertono giocando insieme?
Ogni amico rappresenta un mondo dentro di noi, un mondo che non sarebbe eventualmente nato senza il suo arrivo, ed è solo grazie a questo incontro che nasce un nuovo mondo. (Anaïs Nin)
Dr.ssa Diana Medri – Psicologa psicoterapeuta Milano
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