Rivista Pratica Psicoterapeutica, il mestiere dell’analista: ecco l’articolo con cui il dottor Guido Medri diede il là alla nascita della rivista semestrale incentrata su clinica psicoanalitica e psicoterapia
A distanza di alcuni anni sentiamo il bisogno di rilanciare la nostra rivista. Si è trattato di una importante iniziativa che ha visto coinvolti numerosi colleghi e migliaia di lettori. Fin dagli inizi insomma, ha riscontrato brillanti successi, ma va comunque arricchita di nuove proposte.
Ci sembra utile ricordare ai nostri lettori di adesso e a quelli, speriamo ancora più numerosi, del futuro, quali fossero gli intenti in base ai quali è partita questa iniziativa editoriale.
LA NASCITA: IL DESIDERIO DI DIALOGARE SULLA PRATICA CLINICA E SUL MESTIERE DELLO PSICOANALISTA
Questa rivista nasce come una avventura culturale che prende corpo fra un gruppo di amici e colleghi i quali si trovano a operare insieme ormai da anni e che vogliono parlarsi di più e riflettere più da vicino sul loro lavoro. Gli argomenti non dobbiamo certo andarli a cercare, anzi ce li sentiamo sempre addosso e con urgenza.
Come sta evolvendo la terapia psicoanalitica ai nostri giorni? Tutto sta cambiando e si sente il bisogno impellente di fare il punto sulla situazione, a tutti i livelli.
Valgono ancora i vecchi precetti di teoria della tecnica, chi sono i pazienti che si rivolgono a noi, che posto assegniamo alla psicofarmacologia, vale ancora la psicoterapia psicoanalitica della schizofrenia, che connotazione diamo alla psicoterapia nell’istituzione, come si declina l’eterno balletto fra psicoterapia e psicoanalisi? Potremmo continuare e continuare.
PERCHE’ QUESTA RIVISTA?
Dobbiamo però per prima cosa porci una domanda: c’è spazio per un’altra rivista? Già siamo travolti da una valanga di pubblicazioni e se volessimo seguire con la dovuta attenzione lo scorrere della letteratura psicoanalitica avremmo ben poco tempo per fare altro.
Sicuramente sì, a patto che si tratti di qualcosa di nuovo nei contenuti e nella forma. Ebbene, a me sembra che il nostro progetto nasca con una connotazione originale già a partire dagli obiettivi. La rivista infatti non intende tanto promuovere sé stessa attraverso la qualità degli articoli come fanno tutte le altre, ma si propone come luogo di incontro delle varie opinioni che circolano fra di noi.
Ci si aspetta che faccia da stimolo a osservazioni e commenti critici e a essi si darà largo spazio, così da individuare quegli argomenti che più hanno carattere di urgenza. La rivista verrebbe quindi a costituirsi nel tempo attraverso la partecipazione dei suoi stessi lettori (anche se ovviamente sarà presente una redazione che faccia da filtro ai vari interventi).
Non sappiamo dove questo “work in progress” ci porterà, ma sta proprio qui uno dei motivi di interesse per la nostra iniziativa.
PSICOTERAPIA E PSICOANALISI, MA ACCESSIBILE A TUTTI
L’immediata conseguenza di questo appello, chiamiamolo così, ai nostri interlocutori è che la rivista cercherà di darsi una veste diversa dalle solite. Dovrebbe essere molto leggibile e se possibile stimolante e anche divertente.
I vari articoli sarebbe bene che venissero scritti non dico in forma colloquiale (si potrebbe anche fare, visto che sono indirizzati a qualcuno), ma senz’altro adottando uno stile che si riferisca a criteri di semplicità e di chiarezza, senza essere appesantiti dallo slang psicoanalitico tipico di tutte le scuole.
E ancora, dovrebbero essere snelli, se non brevi, e possono senz’altro fare a meno dei soliti riferimenti bibliografici. Vanno svolti quei temi che interessano da vicino “chi lavora sul campo” e vanno svolti nella loro concretezza, “in diretta” per così dire.
È ora chiaro quanto quello che abbiamo detto finora si colleghi con la scelta di Internet come mezzo di diffusione. Anche questa mi sembra rappresenti una novità di rilievo. Il sito della rivista è di facile uso e consultazione e può facilitare il coinvolgimento di più persone, e ospitare interventi di vario tipo anche molto brevi e poco impegnativi, dalle domande, alle proposte, ai commenti, ecc.
Permette inoltre uno scambio continuo che si pone in alternativa al vuoto lasciato da una rivista cartacea fra una pubblicazione e l’altra.
I CONTENUTI : PSICOLOGIA CLINICA, LA PSICOTERAPIA IN QUESTO CONTESTO SOCIOCULTURALE, LA FORMAZIONE DELLO PSICOTERAPEUTA, LA PSICOTERAPIA E LE SUE APPLICAZIONI IN AMBITO ISTITUZIONALE
Individuiamo quattro filoni che daranno vita ad altrettante sezioni. La clinica, vale a dire presentazione di casi e discussione, articoli di teoria della tecnica…; il contesto socioculturale, cioè l’identità dello psicoterapeuta, i nuovi pazienti e come rivolgersi a loro, le varie Scuole; la formazione, in generale e per come si intende in particolare nelle Scuole di Psicoterapia Psicoanalitica; la psicoterapia in ambito istituzionale, comprendendo i vari tipi di istituzione, sia pubblica sia privata.
L’attenzione va centrata su ciò che facciamo e su quello che siamo, sui problemi che l’“artigiano della psicoanalisi”, per ricorrere a una felice espressione del dott. Simone Maschietto, incontra nel suo mestiere.
La letteratura o gli incontri a carattere congressuale, a parte alcune notevoli eccezioni, non ci aiutano come vorremmo, perché si situano nei piani alti, più interessati a questioni di carattere teorico. Ecco dunque che rimane un grande spazio da riempire con la nostra riflessione.
Noi vorremmo fare un passo indietro e ricominciare, ripartire da tre, alla maniera di Troisi. Siccome i quesiti che ci poniamo hanno tutti a che fare con il nostro operare pratico è a questo livello che va situata la discussione. È questa l’altra novità che proponiamo, quella che più ci convince della validità dell’iniziativa.
Il titolo di questa introduzione (che proponiamo come sottotitolo della rivista) è quello di un libro di Cremerius. Ci siamo riferiti a questo Autore, con il quale ho collaborato per oltre vent’anni, poiché lo spirito con cui nasce la rivista si riferisce a una sua osservazione che gli ho sentito ripetere innumerevoli volte: gli psicoanalisti non dicono ciò che fanno “veramente” in seduta. Noi vorremmo per l’appunto cercare di dirlo.
La redazione è composta al momento, per la quasi totalità, da un gruppo di docenti della scuola di psicoterapia psicoanalitica con sede a Milano e Torino. Il comune luogo di appartenenza comporta un preciso ambito di interesse che potrebbe costituire un punto di forza, ma anche un limite. Siamo quindi interessati a che altri entrino nel gruppo e collaborino con noi.
UN PROBLEMA
I casi clinici non saranno purtroppo accessibili al grande pubblico, ma solo a coloro che sono iscritti all’Ordine dei medici e degli psicologi. Va ovviamente salvata la privacy e anche se i nomi dei pazienti non compaiono, la descrizione del caso potrebbe condurre a una loro individuazione.
Ecco qui il link alla Rivista Pratica Psicoterapeutica.
Ti consiglio inoltre di leggere i miei altri articoli: “La psicoanalisi è in crisi?” e “Agli albori della psicoanalisi: anche Freud sbaglia“.
Pingback: La psicoanalisi è in crisi? – Diana Medri psicologa psicoterapeuta Milano Guido Medri psichiatra psicanalista
Pingback: Agli albori della psicoanalisi: anche Freud sbaglia – Diana Medri psicologa psicoterapeuta Milano Guido Medri psichiatra psicanalista