La psicoanalisi è oggi in crisi? E a che cosa è dovuto il successo della psicoterapia psicoanalitica?
La psicoanalisi è in crisi da sempre e non lo è mai, perché si avvale di una attività che per sua stessa natura non può che mettere in continua tensione le premesse di partenza. Lo stesso Freud non ha mai smesso di rivedere e rimodellare le sue stesse teorie.
Quando un paziente mi chiede se ho già visto casi come il suo e se so come andrà il trattamento, rispondo che non ne ho idea e guai se lo sapessi, perché già avrei perso interesse per il suo problema.
Oggi tuttavia dobbiamo registrare un dato assolutamente nuovo che sovverte le regole che ci davamo per la pratica clinica, ossia che il trattamento classico a tre, quattro sedute la settimana sul lettino è diventato quasi una rarità e che al suo posto si fa la psicoterapia psicoanalitica.
Psicoterapia psicoanalitica: i vari motivi del suo successo
Andiamo adesso a vedere alcuni dei motivi per cui la psicoterapia psicoanalitica abbia preso il sopravvento rispetto al trattamento di psicoanalisi tradizionale.
Motivi di ordine clinico
1. La psicoanalisi è la terapia elettiva per le nevrosi del carattere nelle sue varie espressioni: fobie, ossessioni, ansia, depressione, difficoltà relazionali di ogni genere, impotenza, frigidità, psicosomatosi… Tutti, me compreso, siamo più o meno nevrotici perché non esiste sviluppo psicosessuale, a partire dal complesso edipico, che ci lasci immuni dal conflitto. Parliamo di nevrosi in senso clinico quando ci si trova in una sorta di circolo vizioso da cui non si sa uscire e, per quanto si cerchi di evitarli, si ripetono sempre gli stessi errori.
La psicopatologia di oggi si presenta in larga misura sotto altre forme, decisamente più gravi. Si tratta di disturbi identitari, di grandiosità narcisistica, di scarso controllo degli impulsi, di difficoltà nel reggere la frustrazione e venire a patti con i propri limiti, di perversioni, di dipendenza da sostanze, di disturbi alimentari ecc. Questa tipologia di pazienti non é adatta al trattamento analitico classico. Vale la metafora del sarto: l’analisi fa l’abito su misura, ma la stoffa la porta l’analizzando. Non funziona se la stoffa manca o è tutta strappata.
In questi casi va consigliata la psicoterapia analitica, di supporto o espressiva. In concreto si fanno meno sedute, il setting è molto più flessibile, il paziente non va sul lettino, si ricorre anche al farmaco ecc. Lo scopo non è tanto lo svelamento dell’inconscio quanto il contenimento, così da sviluppare sistemi difensivi più funzionali.
2) Mentre un tempo la psicoanalisi era l’unica terapia disponibile ora ve ne sono molte altre che per giunta promettono la “guarigione”in tempi molto più rapidi e quindi anche a prezzi più convenienti, come la terapia cognitivo comportamentale, gestaltica, sistemica e tante altre, per non parlare della terapia farmacologica.
Motivi di ordine culturale
Gli psicoanalisti si interrogano sulla società così come fece Freud anni or sono, a partire ovviamente dal loro spazio di osservazione. Solo alcune riflessioni a partire dal nostro tema, la crisi della psicoanalisi.
1) La psicoanalisi è nata come un movimento di emancipazione rispetto alla morale sessuofobica del suo tempo. Da questo punto di vista il mondo è davvero cambiato. Adesso la sessualità dilaga per ogni dove tanto che la psicoanalisi occupa ormai una posizione di retroguardia di fronte ai vari movimenti di “liberazione” degli ultimi decenni , a favore invece della reciprocità e dell’impegno nella relazione affettiva; e ha perso quel carattere trasgressivo che le conferiva fascino.
2) La nostra società è la società del narcisismo, cerchiamo tutti disperatamente ammirazione e conferme dagli altri. Il narcisista dipende dal contesto relazionale, è etero diretto; sente un vuoto, ma gli sfugge il progetto di dare significato all’esistenza. L’analisi richiede la messa in mora del consenso sociale, che ci si guardi per quello che siamo; proprio quello che lui non vuole fare.
3) I modelli culturali oggi vincenti sono in controtendenza rispetto a quelli analitici: l’azione al posto della riflessione, l’informazione al posto dell’analisi, il futuro al posto del passato, il tutto e subito al posto dell’impegno nel tempo, l’estensione del mondo al posto delle profondità della relazione e della esperienza ecc. Il mondo è costruito dalla tecnologia. Il terreno della psicoanalisi è quello del sogno, delle emozioni, delle fantasie; che ci sta a fare vicino a un computer?
Ma allora perché fare una psicoanalisi o una psicoterapia psicoanalitica?
Perché è l’unico approccio che affronti davvero il problema. Un paziente mi chiede di capire che cosa non funzioni fra lui e le donne visto che è al suo terzo fallimento matrimoniale, un altro non riesce a fare la tesi e laurearsi ed è bloccato da oltre un anno malgrado gli incoraggiamenti di tutti, una terapia motivazionale e una cura farmacologica ansiolitica e antidepressiva, una ragazza è tormentata dall’idea di essere lesbica malgrado abbia un fidanzato, un’altra non riesce a parlare quando è in gruppo.
Io mi chiedo, come si può trovare risposte a problemi di questo genere, se non si prende atto delle motivazioni inconsce, dell’interiorità della persona? D’altro canto le ultime ricerche su larga scala che purtroppo solo gli americani sanno fare già parlano chiaro: le terapie su base analitica a distanza di tempo si rivelano più efficaci delle altre.
Dr. Guido Medri
Ecco qui invece il mio articolo: “Agli albori della psicoanalisi, anche Freud sbaglia“, dedicato alle analisi di Pohlen riguardanti le sedute psicanalitiche effettuate da Ernst Blum nel 1922.
Qui invece puoi leggere il mio articolo di presentazione alla Rivista Pratica Psicoteraputica.
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Non è solo la psicanalisi in crisi ma la Psicologia in generale. Vedere gli psicologi ridursi a dover fare consulenze su Skype invece delle sedute con un normale setting, vederli spaccarsi le ossa nei vari forum e siti di psicpatici per elemosinare pazienti è davvero deludente. E vedere la Psicologia esser considerata sempre seconda dopo la Medicina è scoraggiante. E vedere psichiatri, che dovrebbero conoscere la differenza tra le varie patologie, rifilare la stessa medicina a pazienti depressi, psicotici, con adhd e autismo è davvero deludente.
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Purtroppo è così. Essere ancora considerati “il medico dei matti” ed essere visti da altri come dei maghi che ti guardano negli occhi e sanno cosa pensi, se non come dei ciarlatani è scoraggiante. La cosa positiva è che non tutti la vedono così… Ci sono persone come te…
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Purtroppo se una cosa non va di moda le persone non la fanno. Se in questo momento Ronaldo calcasse lo studio di uno psicologo allora tutti gli psicologi italiani avrebbero di che vivere a vita perchè tutti gli italiani farebbero la stessa cosa. Invece se uno ha un malessere se lo tiene dentro e va avanti convibto di potercela fare. poi quando si sente al tg che qualcuno ha ucciso l’intera famiglia e si è suicidato tutti a stupirsi” ma come? Era una persona normalissima!” Come se il malessere dovesse vestirsi di rosso scarlatto per esser visto o compreso dagli altri. Poi è anche vero che alcuni psicologi narcisisti ci marciano su mettendo in mostra corpi scolpiti su youtube, sicuramente non per dover di scienza, e questo scoraggia ancora di più e attira solo le donne in cerca di sesso. Purtroppo se c’è uno della categoria che fa lo stupido con le pazienti poi tutti gli altri son creduti tali. Io ho parlato molto con persone disturbate e tutti si tengono ben lontani dallo studio dello psicologo. Inoltre dicono che son soldi buttati, che loro non hanno un lavoro e la famiglia non spreca i soldi così. Poi altri dicono che ci son andati per anni e anni senza alcun risultato e si son stufati. Una volta ho detto ad uno psicologo che stavo scrivendo un libro come “paziente” perchè in giro esistono pochi libri che mostrano il punto di vista del paziente. Ma per tutta risposta è scomparso. Forse immaginava fosse una scusa per un approccio. Sinceramente era una cosa importante e seria e speravo che la cosa si realizzasse ma ovviamente ci son rimasta male. Forse agli psicologi non interessa cosa possono imparare dalle impressioni dei loro pazienti? Forse hanno paura di un confronto più approfondito? Io se dovessi giudicare la categoria dall’esperienza che ho avuto col mio psicologo ( accademico purosangue che si vestito di grigio per restare neutrale e distaccato fino alla fine, perdendomi del tutto) allora non dovrei star qui a scrivere il bene che può fare parlare con una persona esperta. Ma valli a convincere!!! Adesso con skype alcune persone si son un pò sbloccate e hanno avuto un primo approccio ma la strada è dura. All’estero invece c’è più rispetto per questa figura.
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